Approvato l’emendamento per valorizzare Montecitorio: oltre 100 parlamentari uniti per l’arte e l’Italia
Storico accordo bipartisan promosso dalla XVII Commissione Arte: destra e sinistra insieme per aprire il patrimonio della Camera ai cittadini e riscrivere l’articolo 9 della Costituzione.
7/30/20251 min leggere


Roma – Il 23 luglio 2025 sarà ricordato come una data storica per la cultura italiana: la Camera dei Deputati ha approvato un emendamento senza precedenti, volto a rendere fruibile, tutelare e valorizzare il patrimonio artistico, architettonico e culturale presente all’interno delle sedi parlamentari, a cominciare da Palazzo Montecitorio.
L’iniziativa, fortemente voluta dalla XVII Commissione Arte dell’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole Minori”, è stata presentata dal Presidente della Commissione Stefano Colucci, sottoscritta dal Vicepresidente della Camera Sergio Costa, e sostenuta con convinzione dall’On. Alessandro Caramiello, Presidente dell’Intergruppo. L’emendamento ha ricevuto l’adesione di oltre 100 parlamentari, sancendo una storica convergenza tra maggioranza e opposizione: un fronte comune per l’arte, per la bellezza, per l’Italia.
Nel testo approvato si riconosce l’altissimo valore delle opere presenti a Montecitorio tra cui affreschi, dipinti, vetrate, sculture e arredi . L’emendamento impegna la Camera a istituire un Servizio permanente per il patrimonio culturale, composto da storici dell’arte, restauratori, archivisti ed esperti, con funzioni di tutela, catalogazione e valorizzazione.
Il provvedimento prevede inoltre l’avvio di visite guidate, mostre tematiche, cataloghi digitali e percorsi multimediali, per aprire finalmente le collezioni parlamentari alla fruizione di cittadini, studiosi, scuole e università. Si tratta di una visione nuova e coraggiosa, ispirata ai modelli virtuosi già adottati in diversi parlamenti europei, dove la cultura istituzionale diventa patrimonio condiviso.
«La tutela del patrimonio culturale non può più essere solo un dovere morale o un principio astratto – ha dichiarato il Presidente dell' Intergruppo l'On. Alessandro Caramiello, ma deve tradursi in atti concreti che rendano le istituzioni specchio della Nazione e della sua storia artistica.»
Ma l’emendamento appena approvato non è che l’inizio di un cammino più ambizioso: la modifica dell’articolo 9 della Costituzione, affinché il principio della fruizione pubblica del patrimonio istituzionale trovi forma solenne nella Carta fondamentale della Repubblica.
Quello votato dalla Camera è dunque un atto bipartisan, civile e patriottico, che pone le basi per un nuovo corso: l’arte non più relegata a cornice del potere, ma elevata a linguaggio della democrazia, a segno vivo dell’identità nazionale.